La memoria retroattiva

 

Educarsi alla memoria in libertà
target 5-8, 13-15 anni.

 

 

Il modulo didattico si basa su una constatazione effettuale: se i giovani non hanno a disposizione una fonte diretta di memoria (per esempio sono nati in luoghi in qualche modo speciali, come Marzabotto, o hanno nonni o bisnonni che raccontano) è difficile coinvolgerli  in discorsi che attengano al nostro passato, con quella forte motivazione indispensabile per introiettare problematiche e valori.

Perché? Perché è naturale. Perché sono giovani.

Ciò che li tocca, che li intriga, che li coinvolge, è distante dalla storia, e specie dalla storia recente. E’ infatti più facile vederli innamorati del Medioevo o della Romanità piuttosto che della Resistenza o degli Anni di Piombo. Ma possiamo permetterci di aspettare che anche la nostra storia recente non sia più recente - ma piuttosto codificata e inquadrata nei libri scolastici adottati  - perché trovi un suo appeal? Noi non lo crediamo davvero! La comprensione della nostra storia recente è essenziale per lo sviluppo della democrazia, per la salvaguardia di quelle libertà a cui noi adulti siamo così abituati da averle date per scontate. Ma cercare di convincere dei ragazzi che solo attraverso lo studio volontario, l’impegno quotidiano, il duro lavoro di ricerca…..ci si può avvicinare al concetto di “memoria” è come invitarli a ballare e suonare un valzer. Loro ascoltano altra musica, non lo balleranno mai. Magari si agiteranno un po’, per far contento il loro ospite….ma si annoieranno a morte. Allora, che fare? Rinunciare? Lasciare che il sistema mediatico imponga la sua visione della storia? La risposta è ovvia: certamente no. Piuttosto che rinunciare - e lasciarli inermi e impreparati- proviamo ad allargare l’ipotesi di lavoro.

Ipotesi di lavoro

La proposta attiene il creare un metodo di memoria, che sfrutti i linguaggi che conoscono così bene: internet, social mail, sms, i loro gerghi in continuo mutamento, il tam tam della loro comunità, la favola metropolitana, gli sms, le foto digitali,  i video digitali,  ecc. e cominciare il lavoro dalla loro memoria. Cominciare il lavoro non dal Cosa si ricorda ma dal Come: come si ricorda - scelgano loro cosa e perché bisogna ricordare. Non è naturalmente senza importanza il cosa e il perché, ma “cosa e perché” non esisteranno più se non li aiutiamo ad imparare il come.

Quindi:

1) Poche regole molto precise sul metodo: il decalogo della memoria 

2) Strumenti identici per tutti: il kit della memoria

3) Uguale importanza (e relativo tempo e impegno) per qualunque tipo di ricordo: Libera memoria in libera mente

Laboratori nelle scuole

L'associazione organizza laboratori di media-lunga durata, in collaborazione con il corpo insegnante, sulle problematiche dei nuovi linguaggi della comunicazione.

I laboratori sono caratterizzati dall'uso diretto dei computer, sia nella fase di ricerca di informazioni (navigare in rete per effettuare ricerche a tema, per esempio), sia in fase creativa: come scrivere, disegnare, organizzare il lavoro creativo

 

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